La primavera: ogni luogo ha la sue energie e tradizioni uniche, ma in ognuno di essi i primi segni della bella stagione portano lo stesso messaggio di speranza, rinnovamento, energia e guarigione.

di Vivianne Crowley-Trad. Valentina Ferracioli

Quest’anno ho celebrato l’arrivo della primavera in quattro paesi vicini. La primavera ha avuto inizio per me con un rituale wiccan in Inghilterra. Il secondo rito è stato al Clonegal Castle in Irlanda, la sede centrale della Fellowship of Isis, e poi al sito neolitico di Loughcrew, Newgrange, e Knowth. Dall’Irlanda con un traghetto ho raggiunto il nord del Galles e le meravigliose montagne di Snowdonia per un’altra celebrazione. E ora sono di nuovo a casa in Bretagna, nel celtico nord-ovest della Francia, e mi riconnetto con la terra falciando l’erba che ora cresce velocemente, e togliendo dal nostro labirinto e cerchio di pietre tutti i rami caduti a causa delle tempeste invernali.

Il mio sangue è verde

Quando ero bambina, la mia affinità con gli alberi era talmente forte che spesso dicevo che il mio sangue era verde. Quando la linfa risaliva nell’albero, anche la mia energia risaliva. Penso che questo accada a tutti – se ci fermassimo ad osservare. Per coloro che tra di noi insegnano, andare nella natura è come bere dal pozzo della visione. Porta rinnovamento, creatività e nuova energia da trasmettere agli altri.

Richiamare una conoscenza insita in noi

Nella Wicca c’è un detto che recita, “Se ciò che cercate e anelate non lo trovate dentro di voi, non lo troverete mai fuori da voi.” Ad ogni anno che passa questo sembra diventare sempre più vero. Molto di quello che facciamo come pagani è ricordare, raccogliere i frammenti del passato per ricreare il tutto. Si tratta di risvegliare e richiamare una conoscenza che è già insita nel nostro profondo. Si tratta di imparare ad ascoltare, e essere coscienti di ciò che si trova in noi e intorno a noi nel mondo naturale.
La bellezza del ciclo stagionale del Paganesimo è che ad ogni festività abbiamo l’opportunità di ricordare a noi stessi l’origine dei desideri e delle aspirazioni spirituali dell’umanità, la nostra meraviglia, la nostra reverenza e il nostro desiderio di allinearci con le misteriose forze del nostro pianeta, il suo ambiente e il cosmo che si trova oltre. Nel fare questo, ci estendiamo al di là delle preoccupazioni del presente per ricordarci che non sono altro che attimi di tempo cosmico. Tutto passerà, e tutto cambierà.

Greening the Spirit – Rinverdire lo spirito

Questa primavera segna il terzo anniversario del mio blog Patheos. Quando, nel 2013, cercavo un titolo per il blog, mi arrivò la frase “Greening the Spirit” (“Rinverdire lo spirito” NdT). Era primavera, perciò fu una connessione logica con quello che stava accadendo intorno a me. Il “verde” è anche una fase del processo alchemico e l’anno precedente avevo tenuto un seminario sull’alchimia spirituale. Se la Qabbalah della Tradizione Misterica Occidentale vi è familiare, potreste considerare il verde come Netzach nella sua transizione verso l’oro di Tifaret. Le emozioni personali e l’amore iniziano un viaggio di trasformazione in un amore più ampio e profondo che connette tutta l’umanità e l’universo che la circonda. In un altro senso esoterico, il verde è associato al rinnovamento e alla rinascita, per questo motivo gli antichi Egizi rappresentavano Osiride risorto con il viso verde.

Viriditas

Il ‘Verde’ appare anche nell’opera di una delle donne mistiche che preferisco, Hildegard von Bingen (1098-1179). Lei usò la parola latina viriditas per esprimere ciò che per lei erano le qualità essenziali del Divino – vitalità, fecondità, abbondanza, freschezza e crescita. Scrittrice, artista, profetessa, insegnante, dottoressa e visionaria, Hildegard sarebbe stata una formidabile guida spirituale in ogni tradizione ed epoca. La sua musica si innalza verso i cieli e penetra nel cuore per la sua bellezza e il suo senso di meraviglia estatica verso il Divino Femminile. In quanto donna vissuta nella Germania medievale, Hildegard trovò la sua spiritualità nel Cristianesimo, ma in un’altra era potrebbe essere stata una sacerdotessa della Dea che esprimeva il suo amore per il Divino reso manifesto nel mondo naturale.

Entrare in comunione con i tumuli fatati

La parola viriditas mi è tornata alla mente questa primavera mentre mi trovavo sulle verdi colline di Loughcrew, Contea di Meath, Irlanda, un sito neolitico che fa parte del complesso di Newgrange e Knowth, un luogo fatto dalla natura e rimodellato circa 5000 anni fa da mani umane. La più famosa “sorella” di Loughcrew, Newgrange, è allineata con il Solstizio d’Inverno, ma a Loughcrew è l’alba dell’Equinozio di Primavera a penetrare nella cavità della collina e a illuminare la camera sepolcrale come simbolo di rinnovamento. Loughcrew è uno di quei luoghi in cui il mondo degli uomini e quello delle fate si avvicinano.

Luoghi sacri

È come se invisibili presenze si trovino oltre la linea degli alberi che costeggiano il sentiero verso la cima del tumulo. L’aria è riempita da un suono intenso, il suono degli uccelli che cantano. E mentre ascoltiamo il canto degli uccelli è facile tornare indietro nel tempo, e vedere i nostri antenati farsi strada verso le colline per raggiungere lo scopo del loro pellegrinaggio. In tutto il mondo gli esseri umani hanno creato luoghi sacri nei quali le comunità potessero riunirsi per onorare simboli e valori comuni; avvicinarsi agli Dei e avvicinarsi tra loro. Un aspetto importante del Paganesimo contemporaneo è stato quello di ricreare queste riunioni; riunirsi per le festività della comunità che celebrano il nostro stile di vita e i nostri valori, e per incontrare altri provenienti da molto lontano che li condividono con noi.

Communitas

Connettersi con gli altri sul nostro cammino spirituale può rivelarsi una sfida, ma costruire un senso di communitas, comunità con gli altri, è importante tanto quanto connettersi alla natura. Molti pagani praticano da soli la maggior parte delle volte, ma l’interconnessione sociale è una delle forze trainanti del comportamento umano. In Irlanda, a Loughcrew, Newgrange e Knowth, possiamo vedere un’eredità di sforzi umani collettivi straordinari fatta da uno spostamento di migliaia e migliaia di tonnellate di pietre e terra; uno sforzo che avrà richiesto secoli per completarlo.

Antiche origini

Una volta si credeva che le piramidi d’Egitto fossero le strutture più antiche costruite dall’uomo, ma ogni decade svela nuove scoperte archeologiche. Sappiamo che la strutture megalitiche europee sono molto più antiche. Dove vivo io in Bretagna, nel nord-ovest della Francia, si trova una camera sepolcrale antica di almeno 7000 anni. Nella Turchia orientale ci sono siti sacri che hanno 12,000 anni o più. Le scoperte archeologiche di ogni decade fanno arretrare sempre di più la linea del tempo. E queste strutture sofisticate fatte solo con strumenti artigianali in pietra e legno sono solo il più recente rifiorire del bisogno umano di creare spazi sacri che risalgano alle nostre più antiche origini.

Antenati

Quando ci rechiamo in un sito sacro, percepiamo qualcosa del mistero e della meraviglia che portarono le popolazioni antiche a crearlo. Anche se non sono nostri antenati di sangue, ci sentiamo in continuità con essi. Proviamo empatia verso ciò che loro tentarono di ottenere e siamo loro grati per averci lasciato in eredità questi simboli di fede e reverenza. Sono un promemoria molto potente, quando la creazione di un Paganesimo in un’epoca post-cristiana ci sembra difficile, quando vacilliamo dinnanzi alla vastità della Grande Opera. La visione dei nostri antenati era proiettata secoli avanti, lavorando per la costruzione di qualcosa che non avrebbero potuto godere appieno. Ogni contributo che doniamo è come porre un’altra pietra sul cairn, un’altra manciata di terra sul tumulo, lo costruiamo lentamente ma, passo passo, lo costruiamo.