Le tradizioni del Solstizio, che da noi hanno il loro culmine nella Notte di San Giovanni, ci ricordano come il paganesimo contemporaneo sia una Fenice che risorge dalle ceneri.
Il Paganesimo contemporaneo viene spesso descritto come un’ortoprassia piuttosto che un’ortodossia. Riguarda una pratica comune piuttosto che una credenza comune. In questo non siamo molto diversi dai nostri antenati pagani.
I pagani facevano rituali ma non professavano alcun credo o dottrina. … non erano legati ad alcuna verità rivelata nel senso strettamente cristiano del termine. Non erano educati alla fede: … nessun gruppo pagano si è mai definito “fedele”: il termine rimane uno dei tanti modi per distinguere gli epitaffi giudaici e cristiani da quelli pagani.
Robin Lane Fox, Pagans and Christians, 1986, 31.
In quanto pagani, lavoriamo con simbolo e miti condivisi. Ognuno di noi interpreta i propri miti e simboli in modo profondamente personale e individuale, ma condividiamo uno stesso “linguaggio” non verbale. Ci sono simboli presi dal rizoma delle tradizioni misteriche e magiche occidentali che hanno un significato per noi, sia che definiamo noi stessi pagani, eteni, cristiani, ebrei, mussulmani, induisti, buddisti, o di qualsiasi altra tradizione. Queste sono immagini archetipiche che risuonano attraverso le culture. Sono immagini che ispirano l’immaginazione, toccano i cuori, e stimolano la psiche creativa. Spesso simboli apparentemente semplici – il cerchio diviso in quarti, l’ankh, la spirale , il cerchio – veicolano in una singola immagine una serie di idee complesse che costituiscono una fonte inesauribile di significati e visioni.
Simboli antichi
Compremdiamo solo quel tipo di pensiero che è mera equazione … Ma al di là di questo vi è un pensiero fatto di immagini primordiali, di simboli più antichi della storia dell’umanità, che sono innati in noi fin dall’inizio e, eterni, sopravvivono alle generazioni, costituendo ancora un terreno di lavoro della psiche umana. È possibile vivere la vita fino in fondo quando siamo in armonia con questi simboli; la saggezza è un ritornare a loro. Non è questione di credere né di sapere, ma di accordare il nostro pensiero con le immagini primordiali dell’inconscio …
Carl G. Jung, The Stages of Life, 1930/1, para. 794.
Il Sole al suo zenit
Durante i nostri rituali di Mezz’estate, con il sole al suo massimo, lavoriamo con i simboli che richiamano il sole e il suo ruolo di forza dominante nei cieli. Usiamo simboli come il re e la regina solari, che per noi individui rappresentano quel punto nelle nostre vite in cui ci troviamo al nostro zenit – il nostro momento di successo, potere e realizzazione. Ma, mentre i rituali di Mezz’Estate celebrano lo zenit, accennano anche al declino che verrà. A volte questo viene rappresentato con un combattimento tra il re solare e il suo rivale, il re dell’oscurità. La Luce trionfa sull’Oscurità – ma solo momentaneamente. Durante questa battaglia la Luce viene fatalmente ferita e, nel tempo, quella ferita sancirà la fine della Luce.
Se meritiamo su questi simboli, cosa scopriamo? Possiamo scoprire che, per quanto potenti e forti noi siamo, nel tempo decadremo e affronteremo l’inevitabilità della morte. Possiamo imparare che nessun potere può durare incontrollato, che la volontà di potenza ha un tempo limitato, che la posizione economica e la ricchezza sono transitorie. Nel tempo tutte le cose passano; tutte le cose cambiano.
Il mito della Fenice
I simboli funzionano perché stimolano la psiche. Sono misteriosi e hanno molti livelli di significato. Noi cerchiamo di comprenderli. La mente umana ci ha comunicato i nostri più profondi desideri e aspirazioni spirituali in forma visiva molto prima dello sviluppo di linguaggi complessi.
La fenice è un’immagine archetipica associata al sole. Appare in molte culture diverse. I suoi miti possono variare, ma tutti ritengono che si tratti di un uccello raro, magnifico, magico, simbolo di un grande cambiamento. Dall’antica Grecia il mito dice che la fenice è un uccello leggendario dal piumaggio del colore del fuoco. Vive in Arabia vicino ad un pozzo di acqua fresca. Ogni mattina quando il sole sorge e l’alba splende, la fenice si bagna nelle acque fresche del pozzo e canta una canzone talmente dolce e meravigliosa che il Dio Sole si ferma nel suo carro per ascoltarla. La fenice si rinnova in eterno, ed esiste da eoni. Ogni 500 anni, costruisce un nido di cannella che bruciano e riducono la fenice in cenere. Dalle ceneri, una nuova fenice rinasce. La nuova incarnazione avvolge le ceneri del precedente corpo in un uovo di mirra e vola fino alla città egiziana di Helipolis o On, dove lascia l’uovo come offerta sull’altare del Dio solare Ra.
Quali significati possiamo trovare in questo mito?
Alla Mezz’Estate il re solare può essere visto come rappresentazione dell’ego nella sua posizione dominante nella personalità. Nella prima metà della nostra vita abbiamo bisogno di sviluppare un senso di identità, così che possiamo funzionare nel mondo e portare a termine le sfide dell’età adulta di guadagnarsi da vivere e creare relazioni. Nella seconda metà della vita abbiamo bisogno di lasciare andare e andare avanti. Non saremo per sempre capaci di continuare ad ottenere sul piano materiale. Invece di focalizzarsi sul fare le stesse cose, possiamo crescere e svilupparci in nuovi modi. Non possiamo abbandonare del tutto il materiale per lo spirituale, ma possiamo concederci di dedicare più energie al mondo interiore e al rafforzamento e sviluppo di un rapporto più stretto con il trascendente – quei valori ed esperienze che sono eterni e perpetui. Possiamo andare avanti cercando di vivere le nostre vite in accordo con i valori più vicini al nucleo dell’esperienza umana – il nostro sforzo di unirci con la coscienza che è oltre noi stessi, la coscienza che è Divino. Durante la seconda metà della nostra vita la nostra forza fisica viene meno, ma la nostra forza spirituale può rafforzarsi.
Mezza età
Mentre una metà della clessidra si svuota, l’altra si riempie. Per fare questo, avremo probabilmente bisogno di sacrificare le nostre ambizioni materiali per gli obiettivi spirituali che possono estendere il nostro sè più interiore e aiutarci a continuare a dare agli altri e realizzare al massimo il nostro potenziale umano. Questo sacrificio viene accennato nel mito della Mezz’Estate – il re solare viene ferito e la sua energia deve concentrarsi all’interno per guarire se stesso prima che possa guarire il mondo.
La fenice è un simbolo del potere creativo. Ricrea se stessa dal fuoco; dal fuoco della sua stessa energia rinasce nuovamente. Alla Mezz’Estate il messaggio è quello di potenziamento, e della nostra abilità di trasformare noi stessi. È un messaggio per la maturità spirituale – nessun maestro, guru, sacerdotessa o sacerdote possono eseguire questo cambiamento per noi. È una trasformazione che non si ottiene senza essere disposti a lasciar andare il nostro vecchio sè; rilasciare il passato per creare una via per il futuro. La fenice offre se stessa a se stessa e rinasce; dalle ceneri del fuoco la nuova fenice spicca il volo, la Stella del Mattino di Ra.
Phoenix Rising workshops
Vivianne Crowley è autrice di Phoenix from the Flame: Living as a Pagan in the 21st century. Lei e Chris Crowley tengono seminari sulla Fenice che sorge per connettersi e lavorare con le energie della fenice.
Riferimenti
Crowley, Vivianne. 2000. Carl Jung: Journey of transformation – an illustrated biography. Wheaton, Illinois: Quest.
—. 1994. Phoenix from the flame: Living as a Pagan in the 21st century. London: Thorsons/HarperCollins.
Jung, Carl G. 1930/1. The Stages of Life. Vol. 8, in The Collected Works of C.G. Jung, Vol. 8, The Structure and Dynamics of the Psyche., by Carl G. Jung. 1969 ed. First published 1960. London: Routledge & Kegan Paul.
Lane Fox, Robin. 1986. Pagans and Christians: In the Mediterranean World from the Second Century AD to the Conversion of Constantine. London: Penguin.