di Redazione

Nel mondo esoterico contemporaneo appare quasi normale parlare di Dea, di divino femminile, di una spiritualità declinata sulle varie divinità, ma va sottolineato che non è sempre stato così: la donna in ambito spirituale, così come praticamente in tutti i campi, ha subito molte discriminazioni e solo in epoca recente ha cominciato a riscattarsi, a risvegliare il proprio potere.
Vedremo allora chi è la Dea, come è stata vista e vissuta dalla preistoria fino all’epoca moderna, i suoi simboli, il suo valore, come i vari popoli l’hanno interpretata, anche a livello sciamanico.

Dea fonte di vita

La Dea, figura centrale in molte culture antiche, è stata spesso rappresentata come la Madre Terra, la creatrice di tutte le cose, simbolo di fertilità, abbondanza e protezione. Nelle società matriarcali della preistoria, la Dea era venerata come la fonte di tutta la vita, una divinità onnipotente che governava la natura e il ciclo delle stagioni.
Con l’avvento delle società patriarcali, il culto della Dea cominciò a declinare, e le figure femminili divine furono spesso sottomesse o trasformate in ruoli secondari rispetto ai loro corrispettivi maschili.

Iside

Durante l’antichità classica, la Dea continuava a essere adorata alla pari degli dei maschi, anche se non possedevano l’autorità suprema di Zeus.
Tuttavia, esistono eccezioni significative, come la figura di Iside nell’antico Egitto, una dea che rappresentava la magia, la guarigione e la resurrezione, ed era adorata anche oltre i confini del suo paese d’origine.

La Vergine Maria

Con l’avvento del cristianesimo, il ruolo della donna in ambito spirituale subì un ulteriore colpo. La religione cristiana, con il suo forte orientamento patriarcale, relegò le figure femminili a ruoli secondari.
La Vergine Maria, sebbene venerata come madre di Gesù, non aveva il potere divino della Dea delle culture precristiane. Questo portò a un’ulteriore marginalizzazione della spiritualità femminile e alla soppressione dei culti legati alla Dea.

Sacerdotesse

Il risveglio del femminile in campo esoterico iniziò nella metà dell’Ottocento con la teosofia, un movimento spirituale che cercava di unire filosofia, religione e scienza. Fondato da Helena Petrovna Blavatsky, la teosofia sottolineava l’importanza delle energie femminili e delle antiche divinità. La teosofa Alice Bailey che rivoluzionò l’astrologia rendendola spirituale
Successivamente, figure fondamentali dell’occulto come Dion Fortune contribuirono a promuovere il risveglio della Dea. Fortune, un’autrice e mistica britannica, esplorò ampiamente il potere della psiche femminile e il suo legame con il divino, cercando di restituire alla donna il suo posto centrale nella spiritualità.

Wicca, liberazione dell’Anima

Nel XX secolo, movimenti come la Wicca hanno promosso fortemente un risveglio della Dea e delle sue sacerdotesse. La Dea è vista come una figura centrale, una rappresentazione della Terra e della Luna, che incarna la fertilità, la saggezza e il potere.
Questa nuova religione ha contribuito a risvegliare l’interesse per le antiche pratiche e le divinità femminili, incoraggiando le donne a riscoprire e rivendicare la loro spiritualità.
I gruppi spirituali al femminile e gli autori contemporanei, come James Hillman, hanno ispirato un liberarsi dell’Anima, incoraggiando le donne a esplorare il loro potere interiore e il loro legame con il divino.

Ruoli del patriarcato

Su ispirazione della Wicca sono negli ultimi anni nate molte realtà al femminile, come le Moon Mother che propongono un percorso di riappropriazione del proprio potere basato sul ciclo mestruale e sulla forza del grembo e costituiscono una delle tante sorellanze odierne, molto sentite dalle donne che trovano aiuto e sostegno oltre a una evoluzione spirituale.
La Luna è un potentissimo simbolo femminile, non solo in astrologia.
L’intento è quello che, agendo sul sacro, sugli archetipi, le donne possano ritrovare una parità che è ancora lontana, che ha ruoli mortificanti per le Dee che dimorano in ognuna e che può, attraverso la rivalorizzazione delle divinità, convincere le signore che c’è un potere particolare per tutte, un talento, un modo d’essere che non si piega ai dettami del patriarcato ancora purtroppo ben presente.