La tradizionale festa che si tiene ogni anno a Masserano è il primo vero grande ritrovo della comunità neopagana.
di Davide Marrè
La prima volta che sono stato alla festa di Beltane era il 2003, durante l’VIII edizione che si era tenuta a Mottalciata. Conoscevo Ossian, l’ideatore e organizzatore della festa, da poco tempo, ma stavamo ormai collaborando attivamente alla realizzazione della seconda edizione del Convegno sulla stregoneria al Castello di Massazza, un evento che ha segnato l’indissolubile legame che lega le associazioni che abbiamo creato l’Anticaquercia e il Circolo dei Trivi, e che lega anche personalmente le nostre famiglie da ormai molti anni.
La festa del 2003 era ancora un evento culturale, più che spirituale e pagano, legato esclusivamente alla dimensione celtica, c’era ancora molta paura di esporsi, ma la musica e l’idromele erano già ottimi.
La prima Witches Rune
L’anno successivo in mezzo alla festa con il nostro gruppo, abbiamo danzato una Witches Rune intorno al falò. È stato un attimo toccante, come si dice in inglese “out of the broom closet”, siamo usciti fuori dall’armadio delle scope. Moltissime persone però sono rimaste particolarmente stupite se non scandalizzate dal sentire la nostra invocazione dell’ “Eko eko”.
L’arrivo a Masserano
L’arrivo nel Parco Arcobaleno nel 2005 ha infine cambiato tutto, lo spazio permetteva un approccio completamente diverso anche alla dimensione spirituale. La costruzione del labirinto, più volte ristrutturato negli anni, la sua prima consacrazione, hanno richiesto una vera svolta nella struttura del programma. L’essere davvero immersi nella natura, lontano dai centri abitati, ha consentito una celebrazione dei fuochi di mezzanotte sempre più suggestiva e soprattutto sempre più rituale.
Il Cerchio Druidico Italiano
Un altro grande cambiamento è stato l’incontro di consacrazione del Cerchio Drudico Italiano, avvenuto il 22 giugno 2008. Il Cerchio aveva preso forma già a Beltane e in occasione della celebrazione del Solstizio d’Estate si era riunito per la prima volta alla presenza di tanti altri amici che veniva da altri percorsi, come Francesca Howell e il sottoscritto.
Il Cerchio Druidico ha contribuito definitivamente alla svolta spirituale della festa, anno dopo anno, iniziativa dopo iniziativa.
Paganfestival
Dopo la fine di due grandi momenti di incontro dedicati specificamente a streghe, wiccan e nuovi pagani, Trivia, la conferenza annuale sul neopaganesimo, con la sua ultima edizione nel 2014 e la chiusura del Convegno sulla Stregoneria nel 2015, tutte le energie si sono potute concentrare sulla festa Celtica di Beltane che oggi è diventato un vero e proprio pagan festival sul modello dei festival che si tengono negli Stati Uniti.
La festa oggi
Ogni cosa a Beltane ormai è strettamente legata a una delle correnti del paganesimo, non solo il Druidismo, ma anche la Wicca, la spiritualità femminile, lo sciamanismo. Gli altari degli elementi, l’area per le celebrazioni delle Unioni Sacre, le conferenze sempre più orientate al tema e la colossale celebrazione dei fuochi che vede la riunione di tribù, clan e coven e un momento importante e solenne. Una volta i pagani erano l’eccezione, adesso sempre di più lo sono i curiosi che arrivano alla festa e desiderano capirne i riti, i simboli e le tradizioni.
L’intervista
Con Ossian condividiamo un percorso parallelo che ci porta spesso a incontrarci e che nel corso degli anni ci ha arricchiti entrambi con una moltitudine di idee e di voglia di fare cose nuove. Incontrarci per parlare della festa a distanza di così tanti anni, soprattutto in questo momento in cui la realizzazione di quest’anno è a rischio per via della pandemia, ci sembrava doveroso.
La festa di Beltane si tiene ormai da molti anni, ma… come è iniziata?
È iniziato tutto durante una riunione in un pub della prima associazione denominata Legion of the Oath, che al tempo si occupava prevalentemente di musica e giochi di ruolo dal vivo, era il 1997 e proprio durante questa riunione si decise di cambiare le finalità dell’associazione per dedicarsi maggiormente alla rivalutazione storica e spirituale del territorio e quindi celtico.
In poche parole furono circa quindici persone che al tempo fecero una autotassazione di settanta delle vecchie lire che servirono ad organizzare la prima edizione, al limite della legalità, il resto è storia.
L’idea di un festival celtico negli anni ’90… come è stata la risposta all’inizio?
Fu un successo sin dall’inizio, come dissi al tempo, era come se una forma di energia volesse a tutti i costi manifestarsi e noi sentimmo che organizzare una sorta di raduno con all’interno elementi storici e magici potesse essere una buona risposta a questa ,diciamo, chiamata. Lo so che può sembrare pretenzioso ma la prima Festa Celtica fu solo il così detto là per poi sviluppare altre idee ed eventi legati alla neo-spiritualità di stampo celtico-druidico, come il redigere una rivista specializzata “Vento tra le Fronde” e poi anche l’organizzazione di un convegno autunnale dedicato alla stregoneria.
La prima edizione della Festa Celtica, al tempo non si chiamava semplicemente “celtica”, vide la partecipazione di ben 500 persone in un solo week end.
Da festival celtico ‘culturale’ a un’impronta sempre più pagana. Come mai? Non hai avuto paura di perdere partecipanti?
No assolutamente, era il mio intento sin da sempre ma non era possibile immediatamente dichiararlo un raduno religioso spirituale, c’era bisogno di tempo per far capire e comprendere ai visitatori la vera essenza. Comunque sia anche in antichità le feste non avevano solamente un carattere religioso ma vi era anche un aspetto ludico e questo vale anche per oggi.
Noi rievochiamo l’essenza di una festa di Beltane oggi.
La festa di Beltane è stato il primo raduno a dichiararsi apertamente pagan festival… Che cos’è un pagan festival?
In tutto il resto d’Europa il termine prevede un raduno artistico e culturale sotto un aspetto prettamente neopagano. Per spiegare questo bisogna avere ben chiaro cosa si intende per neopaganesimo e cioè un movimento religioso e spirituale che si manifesta in un culto più naturale, non monoteistico e rivelato, si cerca una maggiore connessione con il ciclo della Natura, gli antenati ed il territorio.
Tutto questo viene, diciamo, inglobato in una manifestazione dove convivono, musica, arte, mercatini e gastronomia tutto sotto il comune denominatore del paganesimo.
Come viene rappresentata la spiritualità neopagana (celtica, wiccan, ecc.)?

Principalmente in conferenze, piccoli laboratori e soprattutto cerimonie ma anche l’artigianato proposto nel mercatino è chiaramente ispirato al mondo magico e neopagano, insieme a tanti altri concetti che ben si sposano a questo.
C’è anche una forte sensibilità ecologica, durante il festival si fa un’accurata differenziata e soprattutto si cerca di creare rifiuti meno impattanti con l’utilizzo di stoviglie biodegradabili, insomma si cerca di fare festa ma non di gravare sulla Madre Terra.
Al festival possono accedere tutti… le persone comuni comprendono la proposta di una nuova spiritualità?
È una questione irrilevante per noi e sinceramente ci importa meno, sono di più le persone che vengono per il tipo di festival, di norma i curiosi “babbani” si soffermano nell’area gastronomica e nel mercatino ma la moltitudine e la maggior parte dei partecipanti gode di tutto il resto.
Noi comunque siamo inclusivisti e diamo il ben venuto a tutti e per questo nessuno ha mai lamentato una forma di proselitismo o altro ma tutto è gustosamente naturale e piacevole, detto proprio dalle così dette persone normali.
L’accensione dei fuochi è ormai diventata una vera e propria rappresentazione rituale, un momento di unità e sacralità, vengono invocate le divinità antiche, gli antenati. Come reagisce il pubblico?
Molto bene, con il passare degli anni e soprattutto l’intensificazione della sacralità da parte dei celebranti sono sempre meno le persone profane che possono dissacrare il momento, il problema è causato a volte da chi ha manie di esibizionismo con l’aiuto disinibitorio dell’alcol si comportano in modo più immaturo e primordiale, purtroppo non tutte le ciambelle vengono con il buco.
Comunque ogni anno con l’intensificarsi della cerimonia e con una forma sottile di selezione, la sacralità e la serietà stanno ispessendo la spiritualità del momento.
Parlaci delle Sacre Unioni, c’è molta gente che fa richiesta di unirsi con questo rituale? A chi sono aperte?
Si moltissime persone, ne fanno richiesta ormai contiamo più di trenta coppie ogni edizione per continuare anche dopo i festival nei mesi successivi in forma privata.
È aperto a tutti anche se è evidente che chi ne fa richiesta è molto vicino alla spiritualità neopagana.
Sono aperte anche alle coppie gay?
Sì assolutamente, non abbiamo mai avuto dei problemi. Proprio perché si chiamano sacre unioni e non matrimoni: per me il mondo celtico è sempre stato inclusivo. Anche a livello storico i celti erano culturalmente aperti e praticavano una grande libertà sessuale, maggiore di quella presente nel mondo greco-romano.
Nel corso del tempo Beltane PaganFestival è diventata una celebrazione di inclusione, in cui tutti si sentono a casa nelle loro diversità, un clima di apertura e rispetto per tutti… è sempre stato così o è una conquista?
No è stata una conquista che è andata a pari passo con l’evoluzione spirituale e religioso del nostro paese nei confronti delle, così dette, nuove religioni.
Come detto precedentemente in passato la mia associazione organizzava in autunno un convegno dedicato alla stregoneria moderna ed al druidismo, una volta cessato ho voluto, insieme anche agli altri miei collaboratori, cercare di includere maggiormente il contenuto e l’idea del convegno direttamente nel festival, dando maggiore spessore all’idea di inclusione che per me personalmente si manifesta in una sola parola, libertà.
Non solo spiritualità, ma anche cultura musicale… è un’impresa difficile? che linee avete seguito negli anni?
È la nostra caratteristica, siamo definiti un festival celtico di controtendenza, non siamo interessati alla sola musica dell’area celtica ma ci interessano i contenuti, quindi spaziamo dal folk tradizionale, al rock sino alle nuove sonorità definite appunto pagan folk. Diciamo che è difficile ma non impossibile.
Che cosa prevedi per il futuro? Un festival sempre più grande? Sempre al Parco Arcobaleno?
Non siamo interessati a crescere maggiormente se per crescita si intende aumentare i numeri dei visitatori, vogliamo crescere solo nell’organizzazione, migliorando la logistica ed i servizi che offriamo. Assolutamente sempre al Parco Arcobaleno, ormai è diventato un vero Nemeton neopagano e poi il nome stesso è un simbolo della armonia della diversità.