Cronaca semiseria dei miei Pagan Pride.

di Salvatore Fortunato

Anche quest’anno, nella tradizionale cornice di Villa Pamphili, si è tenuto il Pagan Pride Day. Per chi non lo sapesse, cosi come viene descritto dal sito ufficiale, esso é una “giornata che promuove la conoscenza delle vie pagane e l’ interscambio con altre tradizioni spirituali”. Io ci sono stato tre volte (ma non quest’anno) e mi farebbe piacere raccontare come ha vissuto un pagano di provincia questa esperienza unica. É ovviamente solo la mia personale esperienza, in chiave anche un po’ scherzosa.

Dalla provincia con furore…

Come tutti i pagani di provincia, il sottoscritto é venuto a conoscenza dell’esistenza dell’evento tramite internet. Ti senti solo al mondo, i tuoi affetti, il tuo paese ti “vedono strano” se dici di essere pagano (almeno questo é quello che pensi all’inizio!)… Apri internet e leggi che ogni anno si riuniscono tutti i pagani d’Italia, dimostrando di esserne orgogliosi (almeno questo é quello che pensi) e… Bam! Ti sei già innamorato e vuoi andarci a tutti i costi! Così mi sono organizzato: trova la persona che ti ci viene, trova i mezzi con orari compatibili ( solo chi sta in provincia può capire questa grande difficoltà), trova i soldi… Alla fine arrivi a Roma. Aiutati da una gentilissima signora che ci ha indicato la fermata, siamo arrivati nella magnifica Villa Pamphili, immensa. E già lì ti metti a leggere la cartina come “una giapponese a Roma” per trovare il punto antistante a questo famoso “casinò” indicato dalla stellina, e dopo aver chiesto, ovviamente, ad un ragazzo intento a fare jogging arriviamo alla sospirata meta.

Ci si sente estranei

Wow, la tua prima volta all’ Italian Pagan Pride day! Saliamo la collinetta certi di essere accolti dalla misteriosa “tisana di benvenuto”. In realtà non ti si fila nessuno… ma é normale sono tutti impegnati nel depositare i doni per gli amici a quattro zampe. Poi sono tutti volontari, ci vuole un lavoraccio per organizzare eventi di questa portata! Chiediamo a qualcuno e ci viene indicato un tavolo dove appoggiare le cosette da mangiare che amorevolmente avevamo preparato in attesa della condivisione. E la tisana? Va beh! Cerchiamo un posto dove sistemarci, stendiamo una coperta e ci mettiamo su, tipo pic-nic. Dopo mezzo minuto circa, ci viene in mente la stessa domanda: “e adesso, che si fa?”, ” boh, aspettiamo i seminari”, dico io con una notevole sensazione di disagio. Nel frattempo ci mettiamo ad osservare. Ci sono persone a gruppetti, stesi o accovacciati sulle coperte. Si parlano tutti e la sensazione é quella di essere estranei ad una festa tra amici. Si riconosce subito, dal look, l’organizzatore, ma ho un po’ di vergogna nel presentarmi…

Una grande noia

Si sa come sono i provinciali! Continuiamo ad osservare. C’è gente con il cappello da elfo, altri vestiti come la famiglia Addams e tu che vieni dal paesino non puoi che pensare che tutto questo é un po’ strano per te. Arrivano i seminari, molto interessanti (anche se adesso non ricordo benissimo di cosa trattassero), poi il rito, ma prima ci presentiamo. Tutti disposti in cerchio, ognuno dice come si chiama e da dove viene. Arrivato il mio turno il disagio mi assale: Il 90% dei presenti é di Roma… “ma come non dovevano accorrere pagani da tutta Italia? In effetti sono pochini…” Penso, mentre faccio la mia presentazione. Arriva il rito e tutti, in silenzio, lanciamo dei semi in aria. Dopo un po’ andiamo via, il treno chiama! Sinceramente rimango deluso dall’incontro. Ci siamo sentiti a disagio e poco accolti, abbiano scambiato due parole con uno sconosciuto e… Diciamoci la verità, ci siamo annoiati. Partire da lontano per venire non é una buona idea. Ma decido di dare alla manifestazione una seconda possibilità…

E fu sera e fu mattina… seconda volta

Dopo la mia prima esperienza, complici vari moots e seminari, conosco varie persone del “mondo” neopagano che vanno regolarmente al pagan pride day. Bingo! Mi decido a riandare una seconda volta. Sempre in due decidiamo di arrivare con il treno alla stazione più vicina e fare una passeggiata a piedi. “Tanto c’è tempo!”. Ultime parole famose! Dalla stazione più vicina ci sono kilometri di salita. Ci sentiamo dei deficienti provinciali (non conoscendo Roma) e tra sudore e bestemmie arriviamo in ritardo. I seminari stanno per iniziare. Mi incuriosisce uno della Fellowship of Isis dove un ragazzo illustra la concezione monistica dell’organizzazione. Allo stesso seminario c’è una ragazza che ho conosciuto ad un moot. Che bello una faccia conosciuta! Finito l’interessante seminario mi rendo conto che c’è un bel po’ di gente che “conosco” . “Ho capito il segreto del Pagan pride” penso tra me e me, “se ci si conosce é un’esperienza davvero bella!” Dopo aver chiacchierato con gli amici pagani, dobbiamo andare senza nemmeno aver visto le danze finali. É un peccato. Vado via molto soddisfatto. Anche se c’è gente strana e la sensazione é quella di entrare in un centro sociale, non vedo l’ora di ritornarci. Salutare persone conosciute e parlare di cose delle quali in genere non parli con nessuno (se non con pochissime persone) é una cosa fantastica.

E fu sera e fu mattina… terza volta

Nel frattempo divento uno dei promotori del famoso progetto art.8. Contento di ritornare al Pagan  pride day, propongo al suo organizzatore di discutere, in quella sede, del progetto (nonostante l’associazione lo avesse accolto freddamente). Accetta e ci accordiamo per un dibattito all’americana, di quelli con risposta e minuti contati. Questa volta arrivo con facilità ( cavolo é la terza volta!) e da solo e sono contento di ritrovare amici e facce conosciute. Una di queste “facce” però mi spiazza dicendomi: “ho saputo che ti hanno mandato i Trivi” . Questa frase mi ha lasciato davvero impietrito, prima di tutto perché mi ha fatto capire che c’era un forte pregiudizio verso una delle organizzazioni promotrici del progetto Art 8. Poi perché io ero davvero li per promuovere il progetto, in quanto credevo ( e credo tutt’ora) che il progetto in questione possa essere utile a tutti i pagani indipendentemente dalle varie associazioni. Dopo un po’, un altro conoscente fa battutine del tipo: “hai portato le armi?”. ” Va beh” penso tra me e me, “sono solo battute dovute al fatto che l’organizzazione é dubbiosa sul progetto!”.

Populismo

In effetti, non c’è molta gente e molti dei presenti sono legati all’ associazione pagan pride. Tra social e conoscenze varie, si sa, questo mondo è piccolo. Stoicamente decido di affrontare il dibattito ma rimango subito deluso, c’è pochissima gente ad ascoltarci. Non tutti i partecipanti all’evento infatti siedono di fronte a noi, molti rimangono al tavolo “del cibo” , altri semplicemente si dileguano. Non so perché. Viene scelto come moderatore un amico e braccio destro del mio “avversario” cioè il presidente del pagan pride italia, ma è molto corretto, tanto da fargli personalmente i complimenti alla fine del dibattito. Prima di cominciare un ragazzo se ne esce con un frase del tipo: “che ne parliamo a fare? E’ una str”. Certo con questo clima non si riesce di certo ad avere una discussione serena. Fortuna c’è una mia amica che placa il mio animo (anche se purtroppo ho Marte in Scorpione!). Dal “dabate” emergono parole chiave quali: soldi, chiesa, gerarchia … tutti termini usati in maniera strumentale dal mio “avversario”. “va beh” penso, “un po’ di populismo fa parte del gioco”. Alla fine del confronto, la controparte mi stringe la mano e mi fa : “così tutti si sono fatti un’idea”. Nella mia mente però penso: “tutti chi? Saranno massimo una trentina dei tuoi!”. Va beh, è andata. E’ stata comunque una bella giornata. Ritorno nella mia tana.

Le avventure di Pinocchio

Poco tempo dopo sui social network leggo con i miei occhi frasi del mio “avversario” , nel confronto al Pagan pride day, del tipo: “ho dovuto placare la folla inferocita! Saranno state 300 persone”. In pratica si è detto che le masse presenti al fatidico evento volevano linciarmi, tanto era odiato il progetto (e a quanto pare anch’io!). In effetti quel giorno, sono venuti a dirmi che il “braccio sinistro” del presidente (mi sono ricordato dopo), voleva mettermi letteralmente le mani addosso, ma io l’avevo presa come uno scherzoso pettegolezzo! Fatto sta che, ricordandomi io diversamente, ho provato a vedere nella sezione fotografica del sito, una foto in testimonianza dell’evento. Peccato che dalle centinaia di foto scattate quel giorno, ce n’era solo una del “debate” che stranamente inquadrava solo me. Chiedo agli organizzatori se esistesse una foto che provasse così false affermazioni, ma mi è stato risposto picche. A questo punto non posso che pensare, e senza dietrologie, che ci sia un’intenzione mirata da parte degli organizzatori. Di fatti, dopo l’evento, il Pagan pride day prende ufficialmente le distanze dal progetto art.8. Si sa ognuno ha le sue idee, ci mancherebbe, ma questo alone di falsità mi ha particolarmente irritato e la mia stima per l’intera associazione è calata sicuramente.

Orgoglioso di questa esperienza

Nonostante abbia letto di tutto in questi anni sul conto dell’evento in questione  (alcuni lo considerato una pagliacciata, altri un “pride” e come tale colorito ed eccesivo, altri ancora semplicemente inutile) ci sono stato e sono contento di aver fatto per tre volte un’esperienza simile. E’ sicuramente un luogo di ritrovo tra amici pagani. Certo la mia esperienza ha passato al vaglio le sensazioni che anni fa avevo. Prima di tutto la sensazione di ecumenicità dell’evento che avevo avuto quando ne ho scoperto l’esistenza. Questa “sensazione” è stata smentita in pieno. Per essere un evento di carattere nazionale, sono pochine le persone che arrivano. Certo i pagani in Italia sono pochi, hanno la particolarità di non volersi rivelare ecc però … Italian … forse Roman sarebbe più adeguato, data la provenienza della stragrande maggioranza dei partecipanti. Altra sensazione iniziale che ho avuto era quella di trovare lì il paganesimo. Quando inizi il tuo percorso credi (forma mentis) che il paganesimo sia un tutto omogeneo, ecco di certo il Pagan pride stronca questa convinzione. Questa però può essere una cosa positiva. Il battesimo del fuoco nel mondo neopagano.

Poca conoscenza

Da quel giorno capisci che “l’ombrello” indicato dall’associazione per descrivere il movimento non basta, ci vuole un tendone da circo: chi pratica la Wicca (eclettica), chi lo sciamanesimo, chi il culto di una indefinita Dea, chi è thelemita, chi odinista, chi semplicemente pagano, chi complicatamente solo eclettico! Di tutto un po’. Però si dice che sia questa l’essenza del neopaganesimo, o no? Viene però da riflettere sulla definizione dell’evento che ho scritto all’inizio dell’articolo: “giornata che promuove la conoscenza delle vie pagane e l’ interscambio con altre tradizioni spirituali”. Per esperienza personale posso dire che di “conoscenza” ce n’è ben poca nel senso che torni più confuso di prima … per l’interscambio, ci può stare, a patto di non essere troppo orgogliosi.