Nel momento della massima oscurità ricordiamoci di onorare le forze del Caos, il Signore degli Inganni, solo così potrà risplendere nuovamente la luce.
di Davide Marrè
Nonostante io sia un mago o un stregone, a seconda del momento della giornata in cui mi prendete (al mattino è più facile che emerga lo stregone, mentre verso sera sono quasi certamente un mago…), Yule, piuttosto che Samhain, è la mia celebrazione preferita.
Ovviamente Yule è in qualche modo connessa profondamente a Samhain, prima della rinascita della luce celebriamo infatti quel momento di Caos in cui regna sovrano il Signore degli Inganni. Questo Caos è già iniziato simbolicamente la notte di Samhain, quando spiriti, streghe e fantasmi sono liberi di attraversare il velo, ma in qualche modo è continuato fino a Yule.
I romani nel periodo che precedeva la rinascita del Sole, quando fu per decreto posta al 25 dicembre, già giorno di nascita di Mitra, celebravano i Saturnali, le feste in onore del dio Saturno. Saturno il dio dell’Età dell’oro, e una delle mie divinità preferite, era slegato dai fili di lana che lo tenevano imprigionato nel suo tempio. I ruoli sociali si sovvertivano, gli schiavi potevano fare le cose che facevano gli uomini liberi. Venivano festeggiate feste e baccanali e molte attività lavorative erano interrotte (così come si riposava la natura in qualche modo). I Saturnali hanno dato origine a quello che è per noi oggi il carnevale che ha subito però uno spostamento temporale per questioni legate alla liturgia cristiana.
Krampus
Doveva essere molto divertente, ma queste feste dovevano suscitare anche un timore di fondo tra i romani che vedevano l’ordine civile in qualche modo sovvertito. Anche in altre culture appaiono gli agenti del Caos. Se prendiamo la cultura nordica ancora oggi come si vede ancora in tante località dell’Alto Adige, l’arrivo di San Nicola è accompagnato dai Krampus, uomini caproni scatenati, che nella mitologia del santo vanno a caccia di bambini cattivi. L’origine dei Krampus si perde naturalmente nella notte dei tempi ed è di quasi certa provenienza pagana.
Durante il rituale di Yule del Circolo dei Trivi, noi celebriamo proprio il Signore degli Inganni onorandolo come Krampus, ma anche come Re Agrifoglio e Principe dei Saturnali. Il Lord of Misrule accoglie gli astanti con il suo incarico, quello che chiamiamo l’Incarico del Caos, che recita così:
Padre dell’impossibile
Io sono il difetto nel grande ordine cosmico, sono l’Ombra degli Dei, il Grande Buffone: la mia risata risuona di eone in eone perché io sono il Caos primordiale attraverso cui la luce poté risplendere. Danzo nel caso, mi balocco con le probabilità, creo tutto ciò che non deve accadere. Sempre in cammino, io valico ogni frontiera, oltrepasso ogni regola, figlio dell’inammissibile e padre dell’impossibile. Osserva la piccola macchia sul più candido velo io sto lì. Osserva i cocci di un vaso rotto: perché li mi troverai. In me ogni verità scompare, eppure io sono il più vero, poiché pur mentendo svelo.
Scrissi quest’incarico nel 2012, era un dicembre strano, di grandi cambiamenti: la fine del mondo appunto. Proprio sul rituale di Yule avevo avuto un pesante diverbio con una mia amica. Credo di essere stato in quel periodo un po’ posseduto dal Signore degli Inganni, che scherza gioca ed è davvero irrispettoso in questo periodo perché soffoca la nostra luce, ci impedisce di risplendere come vorremmo… ci fa vergognare di ciò che siamo. Io ero piuttosto irrispettoso e irriverente in quei giorni… un vero diavolo!
Forze caotiche
Questo non è completamente negativo naturalmente, a volte infatti la luce che emaniamo può essere quella di un Io accecante, di un Io geloso, allora c’è davvero bisogno di qualcuno che spenga quella luce per un po’. Che ci faccia inciampare e che in questo modo ci riporti nel mondo reale fatto di tante piccole nostre imperfezioni. Accade spesso che ci illudiamo di non avere difetti, magari a parole li riconosciamo, ma nel profondo ci sentiamo in qualche modo superiori, sentiamo di aver vinto le nostre battaglie: ecco che Krampus entra in scena. Lo può fare con uno sgambetto, con una figuraccia, ma anche in modi peggiori. In questo caso non ne siamo posseduti, ma lo subiamo (come accadde alla mia amica).
È per questo che nella Wicca onoriamo anche le forze caotiche, esse sono necessarie, anche se magari sono forze che ci fanno soffrire o che mettono in crisi ciò che siamo. Le onoriamo per placarle, per riconoscerle, per dargli il loro spazio ed esse ci ricordano, di solito gentilmente, se abbiamo fatto le nostre offerte, che esse sono sempre in agguato pronte a possederci e a renderci dei Krampus che creano caos nel mondo o pronte a sottometterci e a farci scendere rovinosamente dal nostro trono.
“Risolvere il mio enigma”
Il Signore degli Inganni ci dice infatti:
Chi di voi non ho già sbeffeggiato? Le mie parole sono come una spada… chi di voi non teme la mia verità? Chi non sente nel profondo di sé la vergogna che gli so suscitare? Ho avvolto i vostri giorni e ne ho spento la luce, ho avvolto la vostra luce e vi ho attirati a me. Sono lo spettro del fallimento, il tramonto del Re, lo specchio deformante. Come puoi affrontarmi senza risolvere il mio enigma, come potrai vincermi se non comprendi la mia risata. Nella mia mano le vostre luci si affievoliscono, strette nella morsa del mio pugno di nero. E stanotte il mio dominio è totale: la notte più oscura e lunga dell’anno! Che il dominio delle tenebre e del caos possa infine trionfare!
La parte più autentica di noi
Credo che tutti ci siamo sentiti preda del Signore degli Inganni nella nostra vita. Quando ci siamo sentiti sbeffeggiati, magari persino vittime di bullismo, o quando in piena ascesa nella nostra carriera abbiamo fatto una di quelle pesantissime gaffe in cui vorremmo sprofondare sottoterra che hanno compromesso tutto, gli esempi sono tanti… Chi non sente nel profondo di sé la vergogna che gli so suscitare? Forse invece qualcuno di voi ne è stato posseduto e ha agito creando caos nel mondo intorno a lui, ferendo persone a cui teneva, distruggendo un po’ del suo mondo per poi ricominciare. Osserva la piccola macchia sul più candido velo io sto lì. Osserva i cocci di un vaso rotto: perché li mi troverai. Non si può vibrare a lungo di questa energia perché di solito si rivolta sempre contro se stessa. Certo è che sia che la subiamo passivamente o la agiamo attivamente, proprio in questa oscurità che avvolge il nostro splendore, possiamo ritrovare una scintilla. Non si tratta della scintilla dell’Io, che è stato finalmente oscurato, ma della luce divina del Sé. La parte più autentica di noi. E’ in quel momento che si realizza pienamente la contraddizione del Signore degli Inganni: In me ogni verità scompare, eppure io sono il più vero, poiché pur mentendo svelo.
Non prendersi troppo sul serio
Così nella notte di Yule, sia che la passiamo con i nostri cari, con la nostra congrega, sia che attraversiamo questo momento da soli, onoriamo il Signore degli Inganni. Possiamo chiedergli di manifestarsi in modo lieto e scherzoso e insegnarci a prenderci sempre non troppo sul serio (prima di chiedergli una cosa del genere, cerchiamo di capire se siamo disponibili a farlo) oppure possiamo chiedergli di rendere un po’ meno pesante l’oscurità che ci avvolge e di mostrarci quello che contiene al suo interno, la scintilla luminosa del Sé divino.
Il grembo dell’oscurità
È proprio il monito del Signore degli Inganni che ha ispirato questo Incarico che scrissi (arrabbiatissimo come un Krampus!) nel 2012. In quel momento un po’ del Natale mi è stato rubato naturalmente, perché anche le forze del Caos richiedono sacrifici, ma provo un senso di profonda gratitudine, perché il Caos è anche cambiamento, e nonostante il cambiamento sia difficilmente esente da sofferenza, quando accettiamo la notte del mondo e ci lasciamo cullare dal grembo dell’oscurità (ed è molto difficile che il nostro Io si arrenda a tutto questo senza lottare), allora siamo pronti per vedere la nascita di una scintilla. Perché bisogna avere questa notte e questo Caos dentro di Sé, per generare una stella danzante. Mettendosi in ascolto di quella risata che risuona di eone in eone perché Egli è il Caos primordiale attraverso cui la luce poté risplendere.
Buon Yule