La caccia alle streghe è stato un fenomeno particolare che ha caratterizzato l’età moderna e non come erroneamente si pensa, il Medioevo.

… Nonostante le torture, non aveva mai confessato, ma i racconti dei testimoni e quel neo nascosto sul suo corpo non lasciava alcun dubbio, quello era il simbolo di Satana. Così la mandarono al rogo, senza alcuna misericordia. Gli inquisitori lo sapevano con cristallina certezza: quella donna era una strega.

Era il 1487, due frati domenicani tedeschi di nome Jacob Sprenger e Heinrich Kramer inquisitori dell’ordine dei domenicani, famoso per il rigore e la disciplina, pubblicarono un manuale per riconoscere e scovare le streghe tra della popolazione dei villaggi: il terribile Malleus Maleficarum contro la superstizione. In esso fu anche dichiarata la realtà della stregoneria diabolica, realtà che ancora oggi non è stata abiurata dalla Chiesa: “Fra tutte le eresie, la più grande è quella di non credere nelle streghe e con esse, nel patto diabolico e nel sabba.”

Rancore contro le donne

Il testo che scrissero, il Malleus Maleficarum,  è un concentrato di rancore e odio abissale contro le donne.  Secondo i due monaci, per approvazione divina, le donne sono più esposte agli effetti del diavolo rispetto agli uomini. Le donne sono superiori all’uomo nella superstizione, nella vendetta, nella vanità, nella menzogna, nella passione e nell’insaziabile sensualità, poiché la donna è intrinsecamente cattiva. Le donne hanno la mente leggera, tutto ciò non sorprende, considerando che la donna è formata da una costola dell’uomo che è curva e, per così dire, storta, da questa carenza sembra anche che, poiché la donna non è altro che un animale imperfetto, inganna sempre. Altra invenzione straordinaria dei due monaci è che la parola “femina”, deriva da fe e minus (fe = fides, fede, minus = meno, quindi femina = che ha meno fede. Così è la donna per natura, perché dubita più rapidamente della fede. Cos’è la donna se non la nemica dell’amicizia, una punizione inevitabile, un male necessario, una tentazione naturale, una sfortuna desiderabile, un pericolo domestico, una pietà deliziosa, una mancanza di natura, dipinta con un bel colore? Così citano gli autori. Da tutto ciò è espressamente esclusa solo la Vergine Maria, la Vergine esaltata e alcune donne bibliche.

Le streghe

Il Malleus Maleficarum, presentato per la prima volta nel 1484, fu uno dei libri più letti dell’inizio dei tempi moderni. Nel 1500, dopo 16 anni raggiunse 13 edizioni, fino al 17° secolo, In questo modo il potere femminile vivificante e di sostegno di testimoniare, dare alla luce, crescere, nutrire si trasforma nel suo opposto, il femminile associato ai deboli, agli insostenibili, agli avidi, ai cattivi, ai deperibili. Ora erano state così create le basi sociali per combattere la peste delle streghe.

Il corpo misterioso

La capacità di generare la vita conferisce un potere speciale al corpo della donna, poiché chiunque produce vita può anche dare la morte. In virtù della propria periodicità e fertilità, le donne incarnano poteri di cui il villaggio si aspetta e teme. Le donne accompagnano le transizioni della vita, l’ingresso e l’uscita, lavano i neonati e i morti, si prendono cura dei bambini e dei malati. Di particolare importanza era il potere riproduttivo delle donne in tempi in cui la popolazione si stava riducendo a causa di epidemie e guerre, e quindi anche il numero di lavoratori e l’area coltivata, che riduceva il tenore di vita. Fu così che le dichiarazioni del Martello delle Streghe, non solo ha influenzato l’opinione del popolo, ma al contrario hanno sicuramente riflesso l’opinione popolare. Altrimenti, la rapida diffusione di questo intruglio fatale non potrebbe essere spiegata.

Ma dietro i veli dei secoli, scopriamo una valutazione completamente diversa della donna che svolge un ruolo importante nella tribù, nel villaggio e nella città a causa dell’innegabile fatto della sua capacità di supportare, e nel senso figurato di Magna Mater, come la Grande Madre, Cibele, Ishtar, Iside, Demetra.

Doti singolari

A queste donne, le così dette streghe, venivano attribuite diverse abitudini molto singolari: si credeva ad esempio che potessero volare a cavallo di una scopa, incontrarsi col demonio durante alcune cerimonie chiamate Sabba, che uccidevano i neonati nella culla e per poi bollirli e mangiarli o trarre dai loro corpi il grasso per fare unguenti e pozioni e i contadini le ritenevano responsabili di ogni temporale e di qualsiasi disgrazia o fatalità che a loro accadeva. In realtà, bastava compiere anche azioni molto banali per essere accusati di stregoneria, in alcuni casi era sufficiente avere i capelli rossi avere dei gatti neri che erano considerati i messaggeri del diavolo per essere ritenute streghe, avere qualche segno che le distinguesse. Dobbiamo ricordare che Anna Bolena, una delle sei mogli di Enrico VIII d’Inghilterra, venne accusata di stregoneria e giustiziata nel 1536 a causa di una malformazione alla mano destra, una prominenza simile a un sesto dito.

Le donne prese di mira dall’Inquisizione erano perlopiù donne sole, vedove o nubili. Non avendo una famiglia che le potesse mantenere, né possibilità di lavorare, molte di loro vivevano nei boschi e non vi era altra possibilità di sopravvivenza se non quella di sfruttare le proprie conoscenze di medicina popolare e in cambio di denaro o cibo, curavano le malattie attraverso l’uso delle piante officinali.

Riti diabolici

La medicina ufficiale infatti, era appannaggio esclusivo dei religiosi che erano quasi gli unici in grado di sapere leggere e scrivere e unici conoscitori del latino e del greco, le due lingue in cui erano scritti i trattati di medicina provenienti dal mondo classico. Per le donne dell’epoca, uno dei motivi più frequenti per cui queste donne potevano essere accusate di stregoneria, era curare le malattie attraverso l’uso delle erbe, e non attraverso la medicina ufficiale dell’epoca, cioè quella tramandata da Ippocrate e da Galeno che era dominio esclusivo di religiosi e di medici.  Perché queste donne erano considerate streghe? La ragione era molto semplice: con l’avvento del Cristianesimo certi riti ritenuti propiziatori vennero considerati poi diabolici e le donne che li praticavano streghe, così la cura attraverso pozioni, infusi ed unguenti a base di prodotti naturali faceva riferimento alla tradizione tipicamente pagana e di questa ne erano custodi soprattutto le donne. Riuscire a guarire le malattie attraverso metodi pagani, e non attraverso quelli approvati dal mondo cristiano, significava agire in nome di una forza contraria a quella divina, cioè demoniaca. Questa convinzione era più forte quando queste erbe guarivano sintomi attribuiti a quello che all’epoca era attribuita alla possessione diabolica, anche l’epilessia ed altre malattie nervose potevano essere causate dal demonio e la dottrina religiosa del tempo prevedeva venissero trattate con le pratiche di esorcismo.

Levatrici

Probabilmente, il lavoro della levatrice, che in ogni caso aveva perso il suo significato originario attraverso la disciplina ecclesiastica e civile, è stato perseguitato e soggette a interpretazioni errate, reazioni eccessive e insinuazioni sono sorte presto quando nonostante la loro capacità non era possiblile  aiutare e il neonato o la madre morti dopo il parto. Per questo spesso erano le levatrici ad essere arrestate e giustiziate, in quanto considerate responsabili dell’alta mortalità infantile presente all’epoca. Queste donne come erano in grado di far nascere erano altrettanto capaci di praticare aborti, di alleviare i dolori del parto attraverso la conoscenza dei poteri delle piante. Non era raro che queste levatrici, o in generale le donne che conoscevano le erbe officinali, venissero consultate non solo le donne del popolo, ma anche dalle nobili per usufruire delle loro conoscenze. Tutto questo veniva condannato non solo perché fortemente contrario ai dettami del cristianesimo, ma all’interno della società soprattutto questo dava alle donne un potere che comprometteva pericolosamente la loro sottomissione agli uomini. Ma nell’immaginario comune la strega è cattiva, per cui le formule e i riti che la identificano sono finalizzati al male. Ma si tratta di uno stereotipo.

Prima del Cristianesimo

Prima del cristianesimo, esisteva una forma di religione pagana, che era comune a molte culture. La divinità era vista come madre e Dea. Le donne la depositarie di una sapienza fondata sull’esperienza; conoscevano il potere delle erbe, le cure e  i rimedi. Erano Donne Sagge, ma per il Potere questo era inammissibile. 

Ciononostante, la gente comune si rivolgeva più volentieri a loro che non agli ecclesiastici, per molte ragioni: la prima era il fatto che spesso le cosiddette streghe, accettando pagamenti in cibo anziché in denaro, anche le classi sociali più povere potevano usufruire delle loro conoscenze che erano certamente più efficaci e meno aggressive rispetto ai metodi della medicina ufficiale che erano spesso costituiti da salassi ed esorcismi o verosimilmente l’imposizione di immagini sacre sulle parti malate. Queste donne portatrici dell’antica saggezza, furono perseguitate, torturate ed uccise. Gli studiosi continuano ad interrogarsi sulle ragioni di una persecuzione così lunga e crudele contro queste donne considerate pericolosi esempi di autonomia di pensiero e di esperienza. Con ogni probabilità, in momenti difficili come epidemie, carestie, rivolte, la Chiesa e i regnanti avevano bisogno di creare capri espiatori e anche delle forme di intimidazione che mantenessero le masse sotto il giogo della paura.

La Signora del Gioco

Nella zona dell’Altopiano dello Sciliar, e nelle valli circostanti, emerge la sopravvivenza di culti precristiani al centro dei quali domina incontrastata la divinità femminile della “Signora del Gioco”. Streghe, forze magiche e sacrifici rappresentano una miscela di leggende e avvenimenti tragici dei tempi remoti della zona. Lo Sciliar e la zona circostante sono elementi fondamentali nelle storie delle streghe e nelle tradizioni sulle streghe. Ciò è dovuto senz’altro alle circostanze in cui si sono sviluppati i processi di Fié contro le streghe, che sono menzionati in molti documenti storici e che sono noti ancora oggi.

Negli anni compresi tra il 1506 e il 1510, nel castello di Presule, sede del tribunale di Fié, contro le così dette streghe si sono svolti nove processi, i più antichi condotti in tutto il Tirolo per stregoneria. Dinanzi alla corte, presieduta da Leonhard von Völs, accanito persecutore di streghe, furono portate nove donne. A Fiè allo Sciliar il suo castello divenne il quartier generale di una vera e propria caccia alle streghe.

 A causa di tempeste e i raccolti rovinati, nove donne furono additate da tutti nel villaggio come terribili streghe di partecipare a sabba infernali, abiura e molti altri misfatti. Da queste donne processate gli zelanti inquisitori pretendevano una confessione, a tutti i costi. Furono torturate in modo atroce, sotto tortura infatti, le donne accusate arrivavano a confessare anche crimini soprannaturali come malefici, rapporti carnale e patti col diavolo, confessioni di cui l’Inquisizione si serviva per emanare la sentenza di morte.

Ammenda

Ora nel delizioso paese di Fiè allo Sciliar gli inquisitori non ci sono più e dopo cinquecento anni pare si sia fatta ammenda dei terribili fatti successi in passato. Davanti al castello di Presule

all’ingresso sulla sinistra, si trova una scultura commemorativa in metallo dedicata alle vittime della persecuzione delle streghe: la forma stilizzata di una fascina di legna e una lapide: “Il Comune di Fiè allo Sciliar ricorda le proprie concittadine e i propri concittadini condannati e giustiziati cinquecento anni fa con l’accusa di stregoneria. La loro morte sul rogo dell’ignoranza e della superstizione sia per le generazioni future un monito contro qualsiasi forma di intolleranza ed emarginazione.”

La storia si ripete

La storia si ripete. Oggi ci crediamo al sicuro, ci crediamo persone civili, culturalmente avanzate. Quindi è lecito domandarsi come è possibile che l’intolleranza il fanatismo verso le donne o chi è più debole siano ancora così forti, com’è possibile che si mietano così tante vittime.

Questo capitolo ancora misterioso della creazione della figura della strega e la persecuzione da parte dell’Inquisizione durante la fine del Medioevo sono un grido proveniente dal passato, una finestra sull’irrazionale.  Queste storie vere, fatta di magia e mistero di intolleranza e fanatismo vuole anche una doverosa testimonianza per non dimenticare migliaia di persone. Migliaia di donne. Donne della Dea che usavano l’antica sapienza, che guarivano i mali della gente, custodivano la memoria della saggezza antica.

(articolo pubblicato su Athame n° 28 del 15 aprile 2020)